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sabato 31 gennaio 2015

Ciambelle dolci di patate per Carnevale!

Ciambelle di patate

Buon sabato pomeriggio! Come vi avevo promesso, eccomi qui con la ricetta delle ciambelle di patate inzuccherate. È un dolce di Carnevale, ma in fondo in inverno va sempre bene, soprattutto nelle giornate di pioggia!

Era all'incirca la metà degli anni '70 quando Mamma Cuoca iniziò a preparare le ciambelle proprio con questa ricetta. All'epoca lavorava in una piccola e graziosa libreria nel centro di Perugia, che raggiungeva partendo all'alba da casa con la sua Fiat 850 color acquamarina. Era una ragazza tutto pepe di appena diciott'anni, coi capelli castani lunghi e ondulati ed un personalino minuto.
Viveva ancora con i nonni, a Piedicolle, in una casa colonica tra i campi e i boschi e lì ospitava spesso i suoi colleghi di lavoro per la merenda, preparando immancabilmente queste soffici ciambelle dolci di patate. 

Ingredienti per circa 20 ciambelle:

250 g di patate
300 g di farina di grano tenero tipo "0"
50 g di zucchero
50 g di burro
2 uova
25 g di lievito di birra
buccia grattugiata di un'arancia

olio di semi per friggere
zucchero semolato

Lessate le patate, schiacciatele con lo schiacciapatate e lasciatele raffreddare.
Mettete la farina a fontana sulla spianatoia e aggiungete al centro le uova, il burro morbido, lo zucchero, le patate, la buccia grattugiata dell'arancia e il lievito di birra, sciolto in due cucchiai di acqua tiepida.
Impastate fino ad ottenere un panetto morbido e liscio. 
Dividete l'impasto in palline di 40 g l'una, stendetele con le mani dandogli la forma di filoncini, che chiuderete a ciambella.
Lasciate lievitare le ciambelle su una teglia coperta di carta forno ben infarinata, finché non saranno raddoppiate di volume. 
Friggetele in abbondante olio di semi e passatele subito nello zucchero semolato. 
Servite ancora calde. 



lunedì 26 gennaio 2015

Il Torcolo di San Costanzo

Il Torcolo di San Costanzo

Il Torcolo di San Costanzo è un dolce tipico di Perugia. Viene preparato il 29 gennaio, giorno in cui si celebra la Festa di San Costanzo, primo vescovo di Perugia e uno dei patroni della città.

È un dolce molto buono, ma per niente simpatico, voglio metterlo in chiaro da subito. 
Ha la forma di una ciambella ed è fatto con l'impasto del pane, arricchito con zucchero, canditi, uvetta, semi di anice e pinoli.
Secondo alcuni, la sua forma ricorda la corona ricca di gemme preziose che cadde dalla testa del Santo quando venne decapitato, durante le persecuzioni nei confronti dei cristiani, al tempo dell'imperatore Marco Aurelio. Per altri, rimanda alla corona di fiori posta sul collo del Santo dopo la decapitazione, per nasconderne i segni.


Il Torcolo di San Costanzo

La tradizione vuole che, il 29 gennaio, le ragazze in età da marito si rechino nella Chiesa di San Costanzo, costruita nel luogo in cui venne sepolto, per scoprire se si sposeranno o meno entro l'anno: pare che per un gioco di luci, a volte sembri che l'immagine del Santo faccia l'occhiolino. 
Se ciò avviene, il matrimonio è assicurato! Altrimenti le sfortunate potranno consolarsi con un bel Torcolo di San Costanzo, portatogli in dono dai rispettivi fidanzati. 

Sulla superficie del torcolo vengono praticati 5 tagli, che stanno a simboleggiare le cinque porte rionali della città.


Il Torcolo di San Costanzo

È facile da preparare, se si ha un minimo di pratica con gli impasti, ma ha un problema: richiede tempi lunghissimi di lievitazione.
Io devo ammettere di non essere molto ferrata nella preparazione di questo dolce, ma ne vado pazza e da qualche anno, se non ho tempo di andare ad acquistarlo in una delle pasticcerie storiche di Perugia, lo preparo da sola.

Ne esistono diverse varianti: c'è chi all'impasto aggiunge le uova, chi usa il burro e chi l'olio, alcuni mettono frutta candita di vario tipo, altri solo il cedro. 
Giorni fa mi sono messa all'opera ed ho fatto, senza troppe difficoltà, un gigantesco Torcolo di San Costanzo, buono, ma molto alto e non troppo fotogenico. Ho deciso così di farne un altro, dall'aspetto più aggraziato, ma sfortunatamente dopo circa 24 ore non si era mosso di un centimetro da come lo avevo lasciato. Al terzo tentativo è andata meglio, anche se non sono ancora del tutto soddisfatta. 
Vi lascio la ricetta - io ho preferito quella senza burro e con le uova - e vi spiego dove ho sbagliato.  


Ingredienti:

500 g di farina di grano tenero tipo "0"
150 g di zucchero
100 ml di olio extravergine d'oliva
3 uova piccole + 1 per spennellare la superficie
100 g di canditi
100 g di uvetta
70 g di pinoli
3 cucchiai di semi di anice
un pizzico di sale
30 g di lievito di birra
acqua tiepida


Disponete la farina a fontana sulla spianatoia e mettete al centro lo zucchero, il sale, l'olio, le uova e il lievito sciolto in pochissima acqua tiepida. Impastate, aggiungendo se necessario altra acqua, formate una palla e lasciatela lievitare in una ciotola, coperta con pellicola, fino a che non sarà raddoppiata di volume.
A questo punto, rovesciate con delicatezza l'impasto sulla spianatoia, allargatelo con le mani e unite i canditi a pezzetti, l'uvetta, che avrete fatto ammorbidire precedentemente in acqua, i pinoli e i semi d'anice. 
Impastate senza troppa forza, per non smontare del tutto l'impasto, formate un filoncino e ponetelo su una teglia ricoperta di carta forno, dandogli la forma di una ciambella. 
Con un coltello, praticate sulla superficie del torcolo cinque tagli e lasciatelo lievitare finché non sarà raddoppiato di volume.
A questo punto, spennellatelo con un uovo sbattuto e cuocetelo in forno a 180 °C per circa 25 minuti.


Il Torcolo di San Costanzo

Il segreto: per far sì che il torcolo lieviti bene, è necessaria la doppia lievitazione (la prima con una parte degli ingredienti, la seconda con il resto).

L'errore che ho fatto: dopo la prima lievitazione, per paura di smontare l'impasto, ho aggiunto gli ultimi ingredienti senza impastare troppo, ma semplicemente arrotolando su se stessa la pasta. Il risultato è che canditi, pinoli, uvetta e semi di anice, sono rimasti all'interno. In realtà questi ingredienti dovrebbero essere visibili anche sulla superficie del dolce, dovendo ricordare le gemme preziose della corona del Vescovo.

Ho capito che: mi piace di più la versione all'olio, più leggera rispetto a quella con il burro, ma la prossima volta proverò a farlo senza uova.

Provatelo e fateci sapere! 
Baci e a prestissimo con la ricetta delle Ciambelle dolci di Carnevale






giovedì 3 aprile 2014

Qui tutto ok, voi?

muscari

Nonostante sulla carta sia Primavera, e i fiori in giardino sembrano averci creduto, i fatti non mi convincono ancora molto. Mi sentirò più a mio agio quando la temperatura salirà sopra i 20 °C. 


camelia



Nel frattempo, mi perdo in un modo di raccontare storie che mi piace molto

Bagheria

e continuo ad imbattermi in cuori, a scoprirli in posti davvero incredibili. Ricordate quella patata, capitata in un momento di bisogno estremo di un segnale positivo? (questa qui!)
Ci risiamo: eccone un altro, stavolta al centro di un tuorlo! Riuscite a vederlo? E un altro ancora, nel caffè macchiato!


Un cuore nel tuorlo
Colleziono scatti di luce: questo, al ritorno da una passeggiata mattutina, in cui l'aria frizzante ci aveva gelato guance ed orecchie e non vedevamo l'ora di farci riabbracciare dal tepore di casa.

Senza titolo

Ritrovo una carta profumata per cassetti che non ricordavo di avere, mi accorgo che è piena di narcisi bianchi e gialli ed ho un sussulto al cuore. Voglio incorniciarla ed appenderla in camera. Le cose di cui mi circondo hanno sempre una bella storia alle spalle, un significato che mi porta a sceglierle e a volerle con me. 

Narcisi, carta profumata per cassetti

Ieri mattina sono arrivati 40 kg di agrumi dalla Sicilia (precisamente da qui). Faremo tanta marmellata di arance e litri di limoncello! 

Senza titolo

Spremuta <3

Sul comodino ho un buono da spendere in libreria, consigliatemi un libro meraviglioso!

Libreria Grande, il buon omaggio




domenica 28 aprile 2013

17/52 - Perugia, La Pianta del Tè

Il nostro buono settimanale di serenità lo abbiamo speso da Luciano, a La Pianta del Tè
E' un posto incantevole: lì i tè, le erbe, le spezie e la frutta secca sono venduti puri o uniti in miscele fantasiose e conservati in grandi barattoli di vetro. Luciano è calmo e paziente, te li apre uno per uno, per farti sentire il profumo. Se alla fine ti confondi, lui sorride e te li riapre tutti un'altra volta. 
Macina chicchi di caffè e di orzo lì per lì; quando pesa i tè, senti il suono delle foglie che cadono sulla bilancia. Te li mette in bustine di carta. 
C'è anche la cioccolata, che riveste pezzetti di pera e contiene castagne o noci. Ci sono sali e zuccheri di ogni tipo, puri e aromatizzati, e tante teiere, che mettono sempre a dura prova la mia capacità di autocontrollo.

Siamo tornati a casa con un Bosco Incantato, una Sinfonia Indiana, un Rooibos Notti d'Oriente ed un Tè Bianco al mirtillo: da questa settimana potrete assaggiarli nel nostro ristorante

Ecco alcuni buoni motivi per fare un salto a La Pianta del Tè:

- è un ottimo antidepressivo
- fa bene al cuore e alla vista
- si imparano molte cose interessanti
- per arrivarci, si passeggia per una delle vie più belle di Perugia (secondo me)
- si è ad un passo da Il Fiocco e da Madame Dorè
- se ci vai a maggio, trovi anche il Perugia Flower Show

La Pianta del Tè è a Perugia, in Corso Cavour, 104. 
Su FB li trovate qui e su Twitter, qui. 

17/52 - i posti del cuore (parte I)


17/52 - i posti del cuore (parte I)


17/52 - i posti del cuore (parte I)



domenica 7 aprile 2013

13/52 + 14/52 - momenti di serenità repressa

Ve ne sarete accorti, sto facendo un po' fatica con il 52 weeks project
La tredicesima settimana dell'anno l'ho volutamente saltata a piedi pari. La quattordicesima, per come si è comportata, meriterebbe lo stesso trattamento. Poi però ci ho pensato meglio, non voglio cedere e oggi recupero tutto.  

Sono state settimane di troppe cose e di niente. 
In quella passata, l'incontro con la serenità c'è stato la mattina di Pasqua. E' stato un attimo, giusto il tempo di accostare torta al formaggio e uova di cioccolato, di farle seguire da un sorso di latte e caffè e da un morso di torta dolce ai canditi, giusto il tempo di lasciare che quei sapori mi riportassero alla mente i ricordi belli del passato ed è finito tutto. Via, di corsa, in fretta che è tardi, verso un'altra cosa da fare. 
Quella mattina speciale, che da piccola era sole, calma e visi felici, perde pezzi ogni anno che passa.

13/52 - momenti di serenità repressa

(Ciao sorella, che non sarai così sorridente quando scoprirai che l'ho pubblicata sul serio questa foto, con il mollettone rosa che ho un po' tagliato, ma che si vede comunque. Quando tornerai non lo troverai più, mi si è rotto)!

13/52 - momenti di serenità repressa

Questa settimana non è stata affatto migliore della precedente. 
Ho fotografato la serenità dal finestrino, la mia dolce Perugia, che solo a guardarla e a camminarci sopra mi fa sempre sentire bene. Me la sono lasciata scappare, per colpa della solita fretta e dei miei continui sensi di colpa per essere in posti a far niente invece che. Ma cercare la serenità non è esattamente far niente, se poi quando mi sfugge mi sento così.

Sul muro davanti a noi, fermi al semaforo, c'era scritto ENJOY.

14/52 - momenti di serenità repressa

14/52 - momenti di serenità repressa

14/52 - momenti di serenità repressa







lunedì 10 settembre 2012

City Vintage!

City Vintage 2012 - Perugia

Prendete un sabato mattina di settembre, aggiungete raggi di sole caldi, aria tiepida e profumata, buonumore q.b. e una collana di perle rosa chiaro. Versateci sopra un pizzico di malinconia. Aggiungete una tazzina di caffè bollente e mescolateci insieme l'esatta vostra metà. 
Spolverizzate abbondantemente di vintage e guarnite con sorrisi e abbracci. 
Gustate all'istante!

 Giardini del Frontone, Perugia



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