C'era il vento, per di più vento freddo. E c'erano delle piante che aspettavano di essere piantate. Ci voleva coraggio. E una felpa pesante. Anche se prima o poi comunque bisognava farsi forza e tirarle su quelle maniche, ché si lavora male e quando infili il braccio dentro al sacco della terra ti fai carina!
Ieri siamo stati da Nazzino a comprare qualche piantina, ma lui dice che è ancora troppo presto. Allora ci siamo accontentati di quello che aveva: ventuno viole, due solanum, due margherite, una pianta di salvia, una di maggiorana e otto cosette di cui non sappiamo il nome.
Ne ho messe un po' nei vasi di terracotta. Erano rimaste fuori solo le cosette: piccole tappezzanti, con fiorellini bianchi e rosa, che Mamma Cuoca vedeva bene per terra, sotto l'olivo. Sì, senza dubbio quello era il posto perfetto... l'unico particolare (piccolo per Mamma Cuoca, che stava solo a guardare) è che qui abbiamo terra argillosa. Ci sono andata bella bella con il pianta bulbi, ma ho subito realizzato che no, non c'era storia. Così ho preso la zappa. Una bella rincorsa, tutta la forza che ho potuto e....giù! Fin qui tutto bene....ritirarla fuori che poi non è stata una passeggiata! L'operazione s'è ripetuta varie volte, considerando che c'era bisogno di due buche abbastanza capienti da farci entrare tutti quegli amori di tappezzanti. Adesso mi sento un fiore, che equivale a dire fresca come una rosa... mi tremano un po' le braccia, magari ho un pochino la vista appannata, ma poco...forse ho anche la sensazione che mi stiano infilando milioni di aghi nella cervicale e che si divertano pure a toglierli e a rimetterceli...la colonna vertebrale la sento giusto un po' appesantita ma... forse sono solo sensazioni! Che pensino bene di campare a lungo, le cosette. Inverno, estate, gelo o non gelo...lì devono stare, imbalsamate.