La domenica mattina, quando mi trastullo un po' prima di scendere in Gastronomia (e mamma si chiede dove sono), faccio cose piccole, perlopiù mi incanto in silenzio davanti a qualcosa. Guardo il caffè nella tazzina, le immagini sulla tovaglia della colazione, le mie piante. E una delle cose che mi colpisce sempre e che guarderei per ore è la luce nelle stanze, quella calda che illumina tutto, il raggio di sole che si posa sul pavimento o la luce bianca delle mattine nuvolose, che sembra fermarsi alla finestra e lasciare in penombra tutto il resto.
Non sempre la macchina fotografica riesce a vedere quello che i miei occhi vedono, o credono di vedere. Questa è una delle poche volte in cui sono soddisfatta del risultato.
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